È stato registrato, nei giorni scorsi, il primo caso di encefalite West Nile Virus (Febbre del Nilo) a Taranto, dove una donna di 76 anni si trova ricoverata in ospedale.
Una donna di 76 anni si trova ricoverata da diversi giorni presso il reparto di Malattie infettive e tropicali all’ospedale di Taranto. L’anziana era arrivata in nosocomio in stato confusionale, con una febbre alta e dei tremori.
I medici hanno provveduto alle visite del caso e, attraverso gli accertamenti specifici di laboratorio, hanno diagnosticato una encefalite virale causata dal virus West Nile (Febbre del Nilo). Si tratta del primo caso su un umano che si registra nel tarantino. A confermarlo è stata l’Asl (Azienda Sanitaria Locale) del capoluogo di provincia pugliese che ora ha avviato un’azione per “l’abbattimento della densità vettoriale sul territorio”.
Primo caso umano di encefalite West Nile Virus (Febbre del Nilo) a Taranto. Si tratta di una donna di 76 anni che dalla scorsa settimana si trova ricoverata all’ospedale Moscati.
La 76enne, come riportano i colleghi della redazione de La Gazzetta del Mezzogiorno, era giunta in nosocomio in stato confusionale, con una febbre alta e accusando dei tremori. A quel punto, i medici hanno disposto tutti gli accertamenti del caso ed il ricovero nel reparto di Malattie infettive e tropicali del nosocomio. Gli esami di laboratorio hanno poi permesso di verificare che si trattava di un caso di encefalite causata dal virus West Nile.
A confermare la diagnosi è stata l’Asl tarantina che ha rassicurato sulle condizioni di salute della paziente, attualmente in via di miglioramento. La stessa Azienda sanitaria locale ha ora avviato un’azione “coordinata e tempestiva, in collaborazione con l’amministrazione comunale, finalizzata all’abbattimento della densità vettoriale sul territorio”.
Questo tipo di malattia infettiva virale viene trasmessa attraverso la puntura di una zanzara infetta, appartenente al genere Culex, e non può verificarsi il contagio da uomo a uomo. Il nome West Nile deriva dal luogo in cui, nel 1937, venne isolata per la prima volta: in Uganda, appunto, nel distretto del Nilo Occidentale.
Nel maggior parte dei casi non vi è sintomatologia, mentre nel circa 10-20% dei casi, entro i 3-15 giorni si possono accusare cefalee, dolori muscolari, febbre alta ed eruzioni cutanee. Nei soggetti più anziani si può anche avere una sintomatologia più grave con encefalite o meningite ed un rischio alto di mortalità. Ad oggi non esiste un vaccino, dunque, l’unica prevenzione è quella di evitare l’esposizione alle punture di zanzare cercando di seguire alcune accortezze che possano tenere lontani questi insetti dalle case.
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