“Mio fratello? Avrò sempre i sensi di colpa”. Rose Villain, la cantante della scorsa edizione del Festival di Sanremo, e la prematura scomparsa della mamma
In questi anni, Rose Villain è diventata una delle cantanti più apprezzate del panorama musicale italiano. Ha cominciato la sua carriera diverso tempo fa, all’epoca di certo non pensava che sarebbe riuscita a diventare così tanto famosa, soprattutto perché la strada per lei non è stata mai facile. Basta pensare che il vero successo per Rose è arrivato quest’anno quando, grazie ad Amadeus, ha avuto la possibilità di partecipare al Festival di Sanremo. Per lei questa è stata una opportunità troppo importante che ha cercato di cogliere al volo, infatti ha presentato un brano che è stato davvero molto apprezzato e che ha scalato le classifiche. Da quel momento in poi, le cose per lei sono finalmente cominciate a girare per il verso giusto, infatti è diventata sempre più famosa e oggi sta raccogliendo i frutti di tutto quello che ha seminato anno dopo anno, con impegno e con passione, la stessa passione che non l’ha mai abbandonata.
Ogni volta vediamo Rose esibirsi sui diversi palchi con entusiasmo e con divertimento, ma non tutti sono consapevoli del fatto che Rose in questi anni ha davvero faticato tanto per raggiungere i suoi successi ma anche per superare diverse situazioni personali che ha vissuto nel corso della sua vita. Ad esempio non tutti sanno che Rose, per un lungo periodo, ha vissuto a Londra: “È casa mia praticamente, – ha rivelato, parlando di questa grande metropoli che le ha dato davvero tanto, tra cui la possibilità di trasformarsi nella persona che ha sempre desiderato di essere – è un posto che ti dà tutto anche le mazzate, perché economicamente è difficile. All’inizio ero molto sola a parte la lontananza da amici e famiglia ma sei proprio libero di essere qui, uno può andare in giro come vuole”.
La cosa più difficile per Rose, è stato fare i conti con la scomparsa prematura di sua madre, a cui teneva fortemente. “Lei fumava ed è stata una mia lotta con lei per tutta la vita per farla smettere – ha confessato con molta tristezza –. Vivevo qui e nessuno di noi aveva ben capito quanto fosse veloce la sua malattia. L’abbiamo presa un po’ sotto gamba. Ero a New York quando è morta, ho firmato un contratto molto importante, dovevo esserci, dovevo tornare prima. Le ho detto: ‘ma non è posso tenerti qui la manina, devo fare questa cosa importante’. Poi all’appuntamento non sono nemmeno andata perché è stato il giorno in cui è morta. Avrei dovuto esserci sarei dovuta tornare prima”.
Però nonostante tutto sente di dover ringraziare la sua famiglia perché, anche se si è comportata in questo modo, suo fratello – che era solo al liceo – e suo padre che stava vivendo questo momento così tanto drammatico, hanno gestito la cosa al meglio e non le hanno mai fatto pesare la sua assenza in quelle settimane così tanto difficili per loro.
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