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Fiction

Il ricordo di Paolo Borsellino in tv: gli errori nella miniserie con Giorgio Tirabassi

In occasione dell’anniversario della morte di Paolo Borsellino, i palinsesti televisivi lo ricordano con diversi omaggi.

Una scena della miniserie Paolo Borsellino (Mediafilm.it)

Il 19 luglio 1992, Paolo Borsellino venne ucciso dalla mafia insieme alla scorta, in Via D’Amelio, a Palermo: erano passati 57 giorni da quando, sempre in un attentato mafioso, sulla Palermo – Capaci avevano trovato la morte un altro giudice, Giovanni Falcone, la moglie e sua collega Francesca Morvillo, e gli agenti della loro scorta. Anche quest’anno, l’omaggio a Borsellino è presente nei palinsesti televisivi.

Si tratta di un impegno che si reitera ed è davvero molto importante, perché la memoria di quegli episodi e di quei giorni non cada nell’oblio e sia da monito anche per le future generazioni. Su Rainews, la giornalista Valeria Ferrante ricostruisce quei 57 giorni in uno speciale, inserito nei palinsesti sia per il 18 che per il 19 luglio, mentre ad esempio Retequattro ripropone la fiction diretta da Gianluca Maria Tavarelli.

Il ricordo di Paolo Borsellino in cinema e fiction

Ennio Fantastichini e Giorgio Tirabassi (Mediafilm.it)

La fiction, andata in onda in due puntate, per la prima volta, l’8 e 9 novembre di vent’anni fa, vede come protagonisti Giorgio Tirabassi e il compianto Ennio Fantastichini, rispettivamente nei ruoli di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Nel cast, nei ruoli di Lucia e Manfredi Borsellino, i figli del giudice ucciso dalla mafia, ci sono anche Giulia Michelini ed Elio Germano, la prima praticamente agli esordi.

Sulla morte dei due giudici, lungo è l’elenco di omaggi da parte di fiction e cinema, a partire dall’instant movie girato da Giuseppe Ferrara, con protagonisti Michele Placido e Giancarlo Giannini, presentato a ottobre del 1993 e che causò molte polemiche e diverse controversie legali, tant’è che solo nel 1996, nel quarto anniversario della strage di Capaci, andò in onda in tv su Canale 5.

Proprio mentre guardava il film di Ferrara, venne arrestato il superlatitante di mafia, Giovanni Brusca. Qualche anno dopo, furono Chazz Palminteri e Andy Luotto a interpretare i due giudici in un film diretto da Ricky Tognazzi e andato in onda prima negli USA e poi nel nostro Paese. Nel 2003, esce Gli angeli di Borsellino, che segue invece la storia di Emanuela Loi, agente di scorta interpretata da Brigitta Boccoli.

La Rai ha invece prodotto Giovanni Falcone – L’uomo che sfidò Cosa Nostra” e Paolo Borsellino – I 57 giorni”, con nel cast rispettivamente Massimo Dapporto e Luca Zingaretti. Infine, il film sicuramente più poetico che racconta quelle drammatiche vicende è “La mafia uccide solo d’estate” di Pif, una pellicola non strettamente legata ai due attentati mafiosi, ma assolutamente da non perdere.

Tutti gli errori e le imprecisioni nella fiction dedicata a Paolo Borsellino

Anche la fiction girata da Tavarelli, come il film di Ferrara, ha dovuto fare i conti con alcune polemiche, legate agli errori e imprecisioni che vi sarebbero contenuti: quasi sempre si tratta di scelte di regia che però non manipolano la realtà dei fatti, riguardando ad esempio il colore dei capelli dell’agente Emanuela Loi, piuttosto che il ruolo dell’autista di Falcone, Giuseppe Costanza, che non era un agente della sua scorta, ma un civile.

Diverse le imprecisioni che riguardano la scena dell’attentato in cui perse la vita Ninni Cassarà, mentre Manfredi Borsellino è interpretato da Elio Germano anche in scene ambientate nel 1980, quando aveva nove anni e non era dunque un adulto. Sempre in una scena ambientata nel 1980, appare una Fiat Marea, auto che quell’anno non era ancora stata prodotta, e viene nominata la Fiat Argenta, non ancora in produzione.

Ancora, in scene del 1992 ci sono bandierine celebrative del Palermo in Serie A, fatto che però avviene nel 2004, quando la pellicola è stata girata. Nel corso delle due puntate della fiction, ci sono ancora altre imprecisioni e inesattezze, ma questo nulla toglie a un lavoro testimoniale davvero importante, per cui si tratta di una miniserie assolutamente da vedere e da rivedere.

Gabriele Mastroleo

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