Siamo bombardati di hit estive sempre più, ed è così da anni ormai. Per quale motivo si è diffusa la tendenza di avere più voci in una stessa canzone.
Le hit estive ci accompagnano da sempre nel periodo in cui tradizionalmente ce ne stiamo sotto all’ombrellone. Al mare, in spiaggia, oppure in piscina o in montagna, dalle diverse emittenti radio non potremo riuscire a scampare alle hit estive più in voga neppure se volessimo.
Gli argomenti sono sempre quelli: la spensieratezza tipica dei mesi estivi, i bagni, le vacanze, che non fanno altro che accentuare la nostalgia quando poi arriverà di nuovo il periodo di tornare in ufficio, in officina o di riaprire i libri. E generalmente i testi sono comunque improntati alla leggerezza.
Basti pensare a “Mille” di Orietta Berti, Fedez, Achille Lauro, che spadroneggiò nell’etere per tutti i mesi centrali del 2021. Non ci fu stabilimento balneare o radio che non trasmise quel brano praticamente una volta al giorno.
E stavolta tocca a “Storie brevi” di Annalisa e Tananai, a “Sesso&Samba” di Tony Effe e Gaia, a “SexyShop” di Fedez ed Emis Killa, a “Peyote” degli Articolo 31 con Rocco Hunt e Fabri Fibra. E ci sono svariate alte potenziali hit estive che rimbalzano nella mente di milioni di noi. Come mai non c’è più l’accezione del singolo? Come mai, in ambito di hit estive, il singolo rappresenta una eccezione?
Hit estive, i motivi di fondo su come trasformare le canzoni estive in successi
Una delle ultime tra gli interpreti solisti a “resistere” fu Baby K (che sorprendentemente ha 41 anni!) con “Da zero a cento” nel 2018. La cantava chiunque. Come mai però adesso è diventata consuetudine? C’è tutta una serie di fattori. Anzitutto l’estate è davvero il periodo dell’anno più spensierato, e quindi quello dove si ha maggiori possibilità a stare con la radio accesa. In vacanza ascoltare musica è l’ideale, anche a casa e non solo al bar o al lido.
Il fatto che due cantanti od anche più agiscano in sinergia ed uniscano le forze fa poi anche da importante operazione di marketing. Così tutti gli artisti in causa si mettono in buona luce e fanno parlare di loro. Sono essenzialmente le dinamiche di mercato quindi a fare si che vengano messi su dei duetti. E lo stesso è capitato a volte con il Festival di Sanremo.
Si tratta anche di canzoni leggere, decisamente poco impegnate e quindi anche alquanto facili da mettere su in termini sia di scrittura che di melodia. Una voce energica ed una più soave possono dare vita alla hit estiva del momento. Così come due esponenti di generi diversi, ad esempio un cantante pop ed uno rap.
Poi possono anche influire l’amicizia e la stima reciproca. Quindi due artisti possono vedere il loro rispettivo vincolo nell’essere amici suggellato da una canzone fatta insieme. E non bisogna sottovalutare il ruolo giocato da quelle che sono le odierne capacità di diffusione in streaming.
Anche una canzonetta banale può potenzialmente diventare un successo. Ricordate “robette” tipo “Chihuahua” oppure “Asereje”? Probabilmente se fossero uscite oggi avrebbero avuto persino un successo più largo. Tra l’altro si punta, da parte delle major discografiche, ad unire due o più voci molto amate. Tipo proprio nel caso di Fedez, Achille Lauro ed Orietta Berti.
Ma altre hit, decisamente più longeve di una singola estate, sono presenti pure nel cinema. Ed i due film “Lo chiamavano Trinità e “…continuavano a chiamarlo Trinità” sono tra queste.