La produzione televisiva di questa divertente fiction con protagonista Carlo Verdone possiede una peculiarità non comune ad altre.
Carlo Verdone, con somma sorpresa di tanti, ha raggiunto una età ormai per certi versi ragguardevole. L’attore e regista ha 73 anni e ha raccontato la sua vita all’interno delle tante pellicole che lo vedono protagonista, sia come interprete che come direttore della cinepresa.
Il più ragguardevole tra i suoi lavori recenti è “Vita da Carlo”, serie televisiva molto divertente e pienamente autobiografica. In essa Carlo Verdone interpreta sé stesso con un piglio fortemente autoironico. E ci sono tanti altri attori molto noti ed amati del panorama cinematografico italiano.
Da Max Tortora, che pure interpreta sé stesso, a Monica Guerritore, passando per i vari Stefania Rocca, Anita Caprioli, Rocco Papaleo, Paolo Calabresi, Alessandro Haber. E poi quanti ospiti speciali, come Christian De Sica (che di Carlo Verdone è il cognato oltre che essere stato compagno di scuola), Antonello Venditti, Rossella Brescia, Morgan, Zlatan Ibrahimovic, Roberto D’Agostino, Ludovica Martino. E tanti altri.
“Vita da Carlo”, che va in onda su Paramount+, avrà una terza stagione dopo la prima del 2021 e la seconda che risale al 2023. Sarà prodotta da Luigi ed Aurelio De Laurentiis ed andrà in onda dal 15 settembre prossimo, ancora una volta in dieci episodi, come già capitato con le altre due stagioni.
Come molte persone che hanno raggiunto una età matura, anche Carlo Verdone riserva una grande importanza ai ricordi della sua vita ed al passato. Un aspetto, questo, che è tra i tanti che sono propri della sua persona e che pure si vedono nella sitcom che racconta la sua vita.
Seppur con qualche inserimento di elementi romanzati e che fanno parte di una sceneggiatura che ha per primo scopo da centrare quello di divertire. Ma in “Vita da Carlo”, Verdone non ha praticamente bisogno di copione. Quello che vediamo davanti allo schermo coincide con quel che lui è nella realtà. Il personaggio e la persona combaciano.
Lui ricorda ad esempio il periodo della sua gioventù, quando fare arte era più bello. Quando c’era voglia di ridere dopo la Seconda guerra mondiale, e nel cinema in particolare si riusciva a sperimentare. Dal neorealismo si passò alla commedia italiana degli anni Sessanta, che era espressione sul grande schermo di un raggiunto benessere per tutti.
La figura dell’attore che parlava in romanesco sembrava ideale per quel contesto. E non a caso abbiamo avuto gente come lui, come il figlio d’arte Christian De Sica, come Gigi Proietti, Mario Brega e tanti altri ancora. Quella spensieratezza e quel pionierismo non esistono più.
E Carlo Verdone è anche invecchiato, come afferma lui stesso in maniera scherzosa a Leggo. Anche la solidità di un fisico giovane ha ceduto il passo agli inevitabili acciacchi dell’età. Qualcuno anche piuttosto serio, come l’asportazione della tiroide. Ma nonostante ciò, e nonostante la consapevolezza della morte, lui non fa drammi. Anzi, sorride.
“Toccherà a tutti, speriamo che sia rapido ed indolore”. E che quel momento arrivi magari mentre stiamo ridendo, così chissà, può darsi che non ci accorgeremo di nulla. Nel cinema Verdone ha ricoperto tanti ruoli diversi, alcuni anche difficili per altri suoi colleghi da interpretare.
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